Cosa facciamo

Il nostro scopo è l’aiuto a bambini e adolescenti molto sofferenti nella mente, specialmente se in situazioni estreme di difficoltà, meglio se con sintomi scomodi per l’ambiente e anche se non vi fossero le condizioni ottimali per aiutare. Sosteniamo con forza e determinazione il diritto all’assistenza pubblica di tali soggetti, e per questo ci battiamo, del resto, da sempre, ma nutriamo la passione, e l’ambizione, di non rifiutare aiuto a prescindere da qualsiasi impedimento e nel rispetto dei ruoli istituzionali di competenza; istituzioni, del resto, con cui vogliamo sempre trovare forme chiare di collaborazione con scopi precisi mirati alla riduzione del dolore psichico in età evolutiva.

Non abbiamo scopi di lucro; la nostra iniziativa si deve mantenere al solo scopo di aiutare.
L’Associazione si nutre di esperienze antiche e continuative nel tempo. Abbiamo infatti, prima individualmente poi insieme, conosciuto l’entusiasmo sociale della fine degli anni ’70 sempre per noi orientato all’aiuto di bambini e adolescenti in difficoltà e in esso, tra altro, la lotta per la chiusura delle Realtà manicomiali. Col trascorrere delle stagioni e il progredire dell’esperienza d’aiuto siamo cresciuti, nel senso che abbiamo compreso che l’intervento a favore dell’età evolutiva va mirato. Abbiamo così iniziato a specializzarci nell’approfondimento teorico e nella sua messa in pratica. Ma l’attività che maggiormente ci appagava era lo stare coi ‘nostri’ bambini e ragazzi ‘difficili’ e tale aspetto non si è evoluto col passare del tempo.

Come Lesra e Rubin abbiamo nel tempo svolto attività di ‘compagno adulto’ con adolescenti “difficili”. Alcuni di noi hanno contribuito a creare tale modello d’intervento, che è sorto, nei primi anni ’80 del secolo scorso, nel contesto delle attività dell’allora Istituto di Neuropsichiatria Infantile dell’Università “La Sapienza” di Roma diretto, all’epoca, dal Prof. Giovanni Bollea, e che è stato inizialmente sostenuto dalla sapienza e lungimiranza del Prof. Arnaldo Novelletto e dall’entusiasmo del dr. Marco Lombardo Radice. Oggi tale modello è felicemente cresciuto nello spessore della Cooperativa “Rifornimento in Volo” di Roma con cui ci sentiamo sinergici e amici.

Il ‘compagno-adulto’ è una persona sufficientemente giovane da risultare significativo per gli adolescenti in difficoltà, ma allo stesso tempo saldamente formata e costantemente supportata (supervisioni, formazione permanente ecc.) da assicurare un intervento bilanciato e tecnicamente orientato.

I Soci più giovani di Lesra e Rubin e alcuni “collaboratori” hanno le caratteristiche per interpretare il ruolo di compagno-adulto.

Sentiamo la necessità umana e professionale di dare a bambini e “ragazzi al limite” bisognosi una casa ove sentirsi a casa, ove rifugiarsi se in difficoltà invece che derivare nei percorsi noti della devianza; casa ove parallelamente aprire una Comunità di tipo familiare per ospitare in condizioni di residenzialità minori in difficoltà su segnalazione dei Servizi sociali e del Tribunale per i minorenni. Ma anche una casa per appoggiarsi una sera difficile, mangiare con noi e parlare, parlare molto, con noi e altri ragazzi, invece che agire e compromettersi. Una casa quindi per rispondere a diverse esigenze d’intervento; dalla residenzialità alla semi-residenzialità (comunità di tipo familiare e accoglienza diurna), dal pronto intervento minori al modello del centro aggregativo; una casa per ‘uscire di casa’, quando il Tribunale per i minorenni e il Servizio sociale avessero deciso in tal senso; ‘uscire’ con adolescenti ma anche uscire con bambini da sempre adulti con l’infanzia negata.

Questo ed altro al fine di contribuire a creare pensiero nell’anima e quindi salvezza attraverso l’uso di un metodo psicoanalitico applicato all’Istituzione del Privato sociale.

A nostro avviso, per aiutare bambini e adolescenti in difficoltà bisogna che essi abbiano tante attenzioni, molte più di quelle che servono per crescere bene un coetaneo psichicamente meno sofferente. I ‘nostri’ infatti rinunciano alla ricerca costante del piacere e si fanno, almeno in parte, ‘mettere in forma’ solo se hanno da noi ricevuto davvero molto in termini di attenzioni, di occasioni vissute, di beni fruiti, se hanno potuto depositare internamente – visto che non prima, almeno ora con noi – quelle “tracce mnestiche” di ricordi piacevoli sui quali si fonda lo psichico e sui quali Freud ci ha edotti. Tutto ciò comporta il poter disporre di beni economici da investire nel percorso di aiuto. Per ora la casa-famiglia rimane un ambito su cui abbiamo le idee chiare, formando e supervisionando, come facciamo, tali comunità da diverse decadi; un ambito da lavorare nel tempo per riuscire a realizzarlo.

Poiché lavoriamo anche secondo parametri scientifici e di ricerca, abbiamo potuto verificare, con nostre ricerche statistiche pubblicate, che, applicando a lungo la tipologia di intervento gradualmente affinata, si ottengono risultati di molto superiori a quelli citati dalla letteratura scientifica di settore relativamente a tali forme di sofferenza psichica; infatti si riesce a far sì che un bambino o un adolescente potenzialmente ‘perso’ riesca ad acquisire e mantenere una autonomia lavorativa, a ‘farsi una famiglia’ costante nel tempo, a crescere figli sani e a proteggerli dalla personale debolezza di genitore che è stato un ragazzo ‘difficile’ (Baldini 2007).

Noi non abbiamo beni disponibili; possiamo contare sulla nostra sapienza, sulla passione e sulla volontà mai sopita nei decenni, ma abbiamo bisogno di fondi.

Un domani, con le rette dei minori accolti, si potrà meglio gestire il bilancio di un’attività assolutamente passiva sul piano del profitto – se per profitto non si volesse considerare il prezzo economico e morale di adulti oramai persi nella devianza (delinquenza ecc.) come conseguenza di un risparmio economico quando erano stati bambini e poi adolescenti ‘difficili’ (un carcerato costa tra i 4 e i 500 euro/giorno; un adolescente in comunità di Roma circa 69). Un domani, dicevamo, potremmo avere un po’ più respiro, ma per prendere il via abbiamo bisogno di aiuti per aiutare. In tal senso, considererei che nessuno di noi Soci ha bisogno di Lesra e Rubin come fonte di reddito e che, anzi, l’Associazione in tal senso rappresenta una ricercata e desiderata perdita.
Stiamo lavorando sulla realizzazione di “pacchetti formativi multimediali” disponibili gratuitamente sul nostro sito o sulle nostre altre piattaforme internet (twitter, youtube, facebook ecc.): andando sul sito stesso e poi cliccando su “multimedia”, si può accedere gratuitamente alla videoregistrazione di Eventi formativi di spessore (“Film”) oppure si può entrare nella sezione dedicata a lavori scritti (“word”).

Lavoriamo anche per la realizzazione di un dispositivo permanente di sensibilizzazione e formazione che chiamiamo “Gruppo di studio”. Esso consiste in una sorta di cenacolo di Soci raccolto intorno a Tito Baldini il quale negli anni ha formato nella teoria, nella clinica e nell’esperienza gruppale il resto dei Soci. Il Gruppo di studio si occupa di sviluppare un complesso e articolato contributo formativo di LeR che, nei limiti del possibile, sarà messo, come già espresso, a disposizione gratuita di tutti. Nel tempo svilupperemo aree specifiche di evoluzione delle attività del GdS, sulle quali vi informeremo. Comunque, come leggerete in questo sito, si renderà ‘in chiaro’ la videoregistrazione di Eventi formativi di spessore, nostri o condivisi con Autori esterni e autorevoli, che il gruppo stesso pensa a registrare, montare, adattare al tipo di resa desiderata e a caricare sul sito LeR. Un’altra sezione del GdS, anch’essa ‘operativa’, lavora sul recupero, assemblaggio e successiva messa sul sito del materiale testologico, in formato word, anche scaturito dalle attività scientifiche a cui LeR ha collaborato. Inseriremo una “bibliografia ragionata” di testi da noi o da altri Autori prodotti in materia. E abbiamo ancora tante altre idee, vediamo prima di esporle di stabilirne la realizzabilità, pur se va detto che, in tale direzione, il nostro impegno è massimo.

Lavoriamo altresì per realizzare un dispositivo virtuoso a cui partecipino amici “psi” e che permetta a bambini e adolescenti ospiti di comunità di fruire di psicoterapie psicoanalitiche gratuite o a costo ‘più che solidale’. Siamo a buon punto oramai anche su questo: l’idea è di creare un ‘sottogruppo’ di “Soci” e “Collaboratori” “psi” che si riunisca allo scopo di parlare di clinica, di modalità di realizzazione di trattamenti difficili, del dolore che allaga questi bambini e ragazzi e che pervade anche chi li aiuta. Un gruppo che insomma si occupi di condividere l’esperienza di psicoterapie psicoanalitiche coi nostri piccoli o giovani amici.

Questo ed altro è in lavorazione e, con l’aiuto di tutti, speriamo dei riuscire a dare veramente una mano mettendo a disposizione quel che sappiamo, quel che sappiamo fare, e, ultimo ma non per importanza, mettendo a disposizione anche il “che si dice” scientifico – teorico, clinico, metodologico – in materia.

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